giovedì 29 marzo 2012

I piatti più piccanti della cucina tatara


Quando ho iniziato il romanzo di Alina Bronsky,
dal titolo"I piatti più piccanti della cucina tatara",
edito da Edizioni e/o non ho fatto altro che ridere.
Pagina dopo pagina la cattiveria della protagonista,
Rosalinda, rasentava l'incredibile. Una madre che
disprezza la figlia Sulfia, tanto da ritenerla brutta e
idiota. Una moglie che ritiene il marito Kalganov
un emerita nullità. Una nonna che stravede per la
nipote Aminat perchè somiglia a lei, ma che non
le impedirà di regalarle angoscia e dolori.
Rosalinda è egocentrica, ha un io potente ed
imperante. E' una manipolatrice e la sua famiglia
è in suo completo potere. Rosalinda è talmente
eccessiva nel suo amore per se stessa e disgusto
per gli altri da risultare comica.
L'autrice è di talento perchè ti incolla al libro
per conoscere l'accadimento successivo e riesce
a non scadere mai nel banale e nello scontato.
Rosalinda è una tatara russizzata, ben orgogliosa
delle sue origini ed oltre ad essere nelle sue
convinzioni bellissima, elegantissima e
intelligentissima è anche una favolosa cuoca.
In effetti in tempi di ristrettezze Rosalinda
riesce a mettere insieme un pranzo davvero
gustoso.
Non troviamo nel libro ricette, ma accenni alla
cucina tatara, perchè un personaggio del libro,
Dieter ne vuole scrivere un libro.
Ingiusto sarebbe raccontare la successione degli
eventi perchè si toglierebbe la sorpresa al lettore.
I piatti più piccanti della cucina tatara sono
metaforicamente i tratti più caratteristici del
carattere di Rosalinda e forse dei suoi antenati.
Questa nonna inossidabile, dall'energia  inesauribile
sembra indistruttibile, ma in verità un carattere
manipolatore ha bisogno degli altri e se manca
questa materia prima, manca la terra sotto i piedi.
L'insignificante e inetto "altro"è essenziale per
innalzare un io " ipertrofico".
Un romanzo originale, ben scritto, che fa riflettere
e anche divertire.
Consigliatissimo!

Nessun commento:

Posta un commento