martedì 27 aprile 2010

Il viaggio di un cuoco

Ho fatto il giro di mezzo mondo e ho assaggiato
le cose più strane con  Anthony Bourdain.
Ebbene sì, leggendo "Il viaggio di un cuoco"
(Ed.Feltrinelli), ho vissuto un avventura
da sincope.Tralasciando il resoconto
televisivo, che poco m' importa(il viaggio è
stato continuamente ripreso da una troupe
televisiva), ho provato emozioni molto forti
e assaporato, grazie alle capacità descrittive
del nostro chef Anthony, pietanze da paura.
Simpaticamente, definirei Bourdain una personalità
borderline sempre sotto l'effetto di droga e alcool
e in cerca continuamente di un precipizio dove
provare una scossa adrenalinica, quasi mortale.
Bourdain mi è simpatico e scrive bene. Non ho mai
assaggiato la sua cucina e non so se lui sia  migliore
come chef o come scrittore.
Anthony è partito per il giro del mondo alla ricerca
del sapore perfetto e ha visitato  il Portogallo, la
Francia, il Marocco, la Cambogia, il Vietnam etc...
Bourdain  ha assaggiato cose "che noi umani non
potremo  mai immaginare" ed è sopravissuto,
pur temendo, ogni tanto, per la propria salute.
Con tutta la buona volontà non avrei mai il coraggio
di bere vino di serpente, mangiare un iguana o un
cobra, che mi viene prima presentato vivo al tavolo.
Morale della favola, Bourdain non è solo uno
chef, è, prima di tutto ,uno con dello stomaco.
Per me, che adoro viaggiare e mangiare, questo
libro è stata una vera evasione e lo consiglio
a tutti coloro che amano l'avventura, anche culinaria!
Nella sua ricerca Bourdain incontra  a San Francisco
al French Laundry, il grande chef, Thomas Keller
il quale gli dice:"la perfezione, in realtà, non si
raggiunge mai, è qualcosa cui si tende, ma una
volta che la raggiungi, non è più perfezione.
L'hai perduta. Se n'è andata".
Vale per il sapore perfetto che va cercando
Bourdain,  per tutti  gli chef, i gourmet, i critici
e tutti noi.

martedì 20 aprile 2010

Estasi culinarie

Prima di leggere il bellissimo romanzo
"L'eleganza del riccio", ho gustato
il primo libro di Muriel Barbery:
"Estasi Culinarie"(ed. e/o).
Che quella di Muriel Burbery
sia alta letteratura è fuori di dubbio.
Ci troviamo sempre nel palazzo signorile
in rue de Grenelle, lo stesso della famosa
portinaia Renée...
Il protagonista, monsieur Arthens, è il più
grande critico gastronimico del mondo,
il cui grande talento indiscusso è la capacità
di cogliere le sfumature dei sapori più
sopraffini e saperle descrivere su un foglio
di carta,un giornale, un libro.
Questo gigante della critica è sul letto
di morte e invece di preoccuparsi di
lasciare i suoi cari, torna con il pensiero
ai cibi che hanno accompagnato i
momenti più importanti della sua vita.
Ha deciso che, prima di morire, ritroverà
quel sapore perfetto che racchiude
il senso di una vita.Quest'uomo, ha già ricevuto
tutti gli onori in vita, è potente e ha deciso le
sorti di tanti chef  e questo gli ha conferito
quell'arroganza tipica del genio.
Peccato che quest'uomo manchi di talento
umano, di sensibilità, di amore per la moglie e
i figli. Incapace ad amare, stranamente, porta
almeno rispetto per la servitù e ama  il proprio
gatto più delle persone.
Ci sono, nel testo, i suoi ricordi di bambino ,di
adolescente, di adulto e tante  leccornie
minuziosamente descritte. Il nostro "monarca",
ad un soffio dalla fine stenta a ritrovare, nei meandri
della memoria, il sapore perfetto.
Non vi svelerò di certo quale sia questo sapore,
che il nostro tronfio signore troverà
appena prima di esalare l'ultimo respiro, posso
solo dirvi che il finale conferisce al libro un senso
altissimo che ognuno di noi, leggendolo, coglierà.

mercoledì 14 aprile 2010

Il perfezionista

E' con grande emozione che scrivo di questo libro,
"Il perfezionista "-vita e morte di un grande chef-
di Rudolph Chelminski(ed. Ponte alle Grazie).
Prima di leggere questa biografia non conoscevo
lo chef  Bernard Loiseau. Leggendo la sua vita, la
descrizione del suo carattere, le sue imprese ho
iniziato ad affezionarmi, ad ammirarlo e poi
ad amarlo. Chelminski lo conosceva bene
e ha voluto tributargli un omaggio dopo la sua
tragica morte, avvenuta la sera del 24 febbraio
2003.
Questo è un libro di una lucidità estrema, dove
si descrivono la vita di un grande chef e
50 anni di storia di cucina francese.
Leggendolo ho imparato tanto di
cucina francese, di stelle Michelin, di
psiche umana.
Ammetto, arrossendo un pò, che alla fine del
libro, ho pianto, un pianto di commozione per
un uomo che ha inseguito un grande sogno,
l'ha raggiunto, ma non ha retto la
pressione, non ha accettato l'inevitabile
lento tramonto e si è ucciso.
Il libro ci spiega i  tanti  probabili motivi
che hanno portato il nostro protagonista
ad un gesto così estremo.
Non ingannatevi, non è un libro triste, tranne
che nel finale, il resto è il racconto dell'inno
alla vita che ogni chef con la propria arte
sottolinea ogni giorno nel proprio ristorante.
Vengono descritte le magistrali preparazioni
dei più grandi chef francesi come Bocuse,
Ducasse, Fernand Point, i fratelli Troisgros
e altri chef francesi degni di nota. Bernard
Loiseau era davvero un perfezionista,
descritto nel libro come "iperbolico, manicheo
ed assolutista",  un vero leader capace di farsi
amare dalla sua brigade.
I suoi collaboratori l'avrebbero seguito in capo
al mondo perchè lo amavano e credevano
nel suo sogno.
Bernard Loiseau non si accontentava di essere
famoso, ammirato e lodato, voleva essere amato.
Ad agosto, il mio compagno e io, abbiamo deciso di
andare in vacanza in Borgogna e spero di riuscire
a fare un salto a Saulieu nel cuore del Morvan
per vedere il Cote D'or, il ristorante (catena Relais &
Chateaux)di Bernard Loiseau, che continua a vivere,
anche senza di lui, grazie alla determinazione della moglie
Dominique.
Spero, dopo il mio viaggio in Borgogna, di avere tante
belle foto, per un post coi controfiocchi!

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martedì 6 aprile 2010

Servizio compreso

Davvero intrigante la storia raccontata in prima
persona da Phoebe Damrosh in "Servizio compreso"-
vita segreta di una cameriera a quattro stelle
(ed.Ponte alle Grazie).Phoebe è iscritta
all'università e la sua passione è scrivere, anche se
sente di non avere argomenti e abbastanza esperienze
per riempire il foglio bianco.
La protagonista, quindi, decide di trovarsi un lavoro per
mantenersi e  farsi venire la voglia di studiare:
si lancia nel mondo della ristorazione.
Phoebe incuriosita, ma ansiosa scopre un mondo
tutto nuovo, fatto di disciplina e raffinatezza.
La nostra Phoebe, portata per questo lavoro,
poco tempo dopo viene promossa chef de
rang in uno dei ristoranti più rinomati
di New York, il Per Se del celebre Chef
Thomas Keller.
La protagonista  vive  finalmente un periodo pieno, e
trova anche lo spazio per l'amore con il sommelier André.
Io ho trovato questo libro leggero e piacevole, ma al
contempo ricco di informazioni utili su un mondo che
non si conosce troppo bene se non si è addetti ai lavori
o assidui frequentatori di ristoranti di alto livello.
Alla fine di ogni capitolo ci sono addirittura  uno o
più consigli diretti ai clienti per comportarsi in
modo appropriato e facilitare il lavoro di sala e di
cucina.Vengono anche enunciate tutte le regole che 
deve seguire il personale per essere impeccabile.
Ho trovato molto simpatico il capitolo dove
Phoebe e i suoi collaboratori decidono di
organizzare una degustazione(con forchettina di
legno alla mano)di midollo in diversi locali della
città e proclamare il vincitore.
(Perchè anche noi blogger non organizziamo
una cosa simile? Sarebbe davvero divertente ....)
Phoebe, lasciato il mondo della  ristorazione,
è poi tornata a studiare, avendo finalmente
tanto materiale di  cui scrivere e tanta
esperienza su cui contare, per affrontare
la vita.