venerdì 25 febbraio 2011

Il tartufo e la polvere

Per cambiare un pò genere, ho pensato di proporvi un noir.
Si tratta di "Il tartufo e la polvere" di Stefano Quaglia edito da
Marcos y Marcos. La storia inizia con un morto sulla scalinata
del Duomo di Milano. La vittima è Bosko Sadik, un macedone
morto soffocato da un tartufo.Viene subito chiamato l'ispettore
Arnaboldi che, come ogni ispettore che si rispetti, è un lupo
solitario che tira avanti, come può.
Il fattore tartufo fa in modo che Arnaboldi debba continuare
le sue ricerche nelle Langhe dove il macedone aveva casa.
Qui regna il profumo del tartufo anche se Arnaboldi
la chiama "puzza".
L'indagine diviene per l'autore così il pretesto per raccontare
le origini del tartufo, le antiche preparazioni, gli eventi mondani,
le aste. Il nostro Arnaboldi è sempre a pranzo e a cena al
ristorante ed è pure ingrassato di due chili.
Si è invaghito della fidanzata del Maresciallo Lovisolo
e ogni tanto fa rapporto alla collega Milesi che è rimasta
a Milano.
L'ispettore si  è immerso completamente negli usi e costumi
delle Langhe che non sono sempre rimaste intatte, ma ospitano
qua e là locali giapponesi che fanno fiorire la prostituzione.
Nel frattempo il giallo si infittisce tra lo smercio di tartufi
dell'est spacciati per tartufi bianchi d'Alba, furto di cani
da tartufo, sparizioni di cercatori.
Insomma il tartufo crea traffici clandestini peggio della
cocaina. Il mistero viene risolto e Arnaboldi dovrà a
malincuore tornare a Milano.
Questo giallo è scritto in maniera spiritosa, abile, da un
autore che non si prende troppo sul serio e che vuole
prendere un pò in giro il grande business del tartufo.
E' un' ottima lettura, ve la consiglio!

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