martedì 28 dicembre 2010

Cucinoterapia


Il libro di Roberta Schira dal titolo
"Cucinoterapia", edito da Salani,
è un vademecum psicologico
sulla funzione del cucinare negli
individui.
Al tempo dell'università ho
sostenuto e superato
brillantemente un esame
di psicologia dell'arte
che aveva come seminario
il tema delle arti-terapie.
Ebbene fra le arti -terapie
venivano approfondite la
musica, la scrittura, il teatro,
la danza, la pittura.
Nessuna traccia della cucina.
Il testo della Schira riempie
questa lacuna. Sono anch'io
convinta che il cucinare sia
terapeutico per vincere
stress, frustrazioni e rabbia.
Cucinare è un atto creativo,
che afferma la nostra identità
e dignità, è un mezzo di
condivisione di idee e di
tradizioni, un atto d'amore,
di seduzione. Cucinare è un
modo per evadere da una
realtà troppo dura, come
ad esempio il carcere, è l'arte
di arrangiarsi con ciò che si ha.
Molto bello è il capitolo dove
si parla del ruolo diverso tra
uomo e donna rispetto al
cucinare e della complicità,
confidenza e solidarietà  che
si creano tra donne che cucinano
insieme.
Cucinare è anche il mezzo per
tramandare il sapere famigliare,
le ricette che appartengono agli
antenati. Questo libro mi è piaciuto
molto, e mi ha dato conferma che
la cucina è un'arte che permette
alle persone di creare legami forti,
di amore, amicizia, stima e rispetto
reciproco. Qualunque sia l'effetto
terapeutico che avrà su di voi,
cucinate gente!

venerdì 10 dicembre 2010

Piccolo ricettario per cuochi perdigiorno

Il libro di Roberta Deiana
" Piccolo ricettario per cuochi
perdigiorno "edito da Bietti
è simpatico già partendo dalla
foto di copertina.
La Deiana ci propone 73 ricette
arricchite, ognuna, da un'invenzione.
C'è la ricetta raccontata con una
canzone di Guccini, una di Vasco
Rossi e una di Paolo Conte.
C'è la ricetta raccontata attraverso
le terzine dantesche o c'è la volta
della  puntata di E.R dove
l'operazione chirurgica è il ripieno.
Questi sono solo alcuni esempi
della grande creatività dell'autrice
che, con estrema arguzia ed ironia,
inventa nuovi modi per presentare
una ricetta.
Si tratta di un libro originale,
sui generis, molto gradevole
e divertente. La scrittirice, esperta
di food, ha voluto in ogni modo
rendere allegra e vivace la cucina,
forse cercando di svecchiare e di
sdramatizzare un attività che in alcuni
ambienti è maledettamente seria,
competitiva e ripetitiva.
La Deiana ci ricorda in queste
pagine che la cucina deve rimanere
un piacere, una passione giocosa
e ci invita in generale  a non prenderci
troppo sul serio. Anche un
cuoco perdigiorno può avere
risultati ottimi in cucina andando a
condire il tutto con ironia e buonumore,
i due ingredienti principali per la riuscita
di un buon  pranzo e di una buona vita.

giovedì 2 dicembre 2010

I sapori del viaggio

"I Sapori del viaggio", edito da Archinto è
una raccolta di racconti di viaggiatori ed
esploratori della seconda metà dell'800.
Spesso i racconti sono divertenti e
arricchiti da belle illustrazioni di Adriana
Morabia Silvestri. Le voci narranti
sono quasi tutte inglesi perchè, allora,
soprattutto loro si potevano permettere
di esplorare e colonizzare mezzo pianeta.
Fa sorridere il fatto che la cucina francese
tanto prelibata fin dalla Grande Cuisine
sia incompresa ed odiata dagli inglesi.
Questi preferiscono un bel pic nic e non
apprezzano un vino Borgogna a Digione!
In realtà in questi racconti c'è sempre il
tema dell'adattamento perchè spesso
i protagonisti si trovano in situazioni di
scarsa igiene e di fronte a sbobbe
veramente ripugnanti.
A questo punto il commensale di turno
o cerca scuse per non mangiare o
qualche escamotage per togliersi
d'impaccio, ma la cosa comica
è che non sempre ci riesce.
Simpatica è la storia dei montoni tartari:
ebbene per i tartari la coda è ritenuta la
parte migliore del montone, ma Evariste
Huc e i suoi compagni si resero subito
conto che era fatta tutta di grasso
e la trovarono disgustosa. Purtroppo,
presso popoli stranieri ospitanti non si
può parlare francamente e rischiare di
offendere. La soluzione fu presto trovata:
tagliarono a pezzetti piccolissimi la coda
e decisero di condividerla con il popolo
ospitante che lo ritenne un onore, dato
che considerava la coda una vera
prelibatezza.
Questo libro è molto carino perchè ci
illustra gli usi e costumi culinari di
tanti popoli in un periodo a noi lontano
e leggerlo diventa un viaggio spazio -
temporale ricco di aneddoti e curiosità
dove l'istinto di sopravvivenza la fa da
padrone soprattutto nelle situazioni
più estreme. Una chicca.

venerdì 26 novembre 2010

L' ingrediente perduto


Davvero emozionante ed intenso il
romanzo di Stefania Aphel Barzini
" L'ingrediente perduto" edito da
Sonzogno.
Storia di donne, attraverso ben quattro
generazioni. La prima è Rosalia che,
a dieci anni, parte con la zia poco
più che ventenne per la "merica".
Rosalia lascia l'isola di Stromboli,
" Iddu", il resto della famiglia e tanta
miseria.
Rosalia è la sola della famiglia ad
avere un'occasione di riscatto.
Ma il viaggio è quello dei disperati
e l'arrivo è solo l'inizio di tanti problemi.
Rosalia ama cucinare e ritrovare i sapori
e i profumi della sua terra. Il suo piatto
forte sarà la parmigiana di melanzane,
il filo rosso che unirà nel bene o nel male
tutte le protagoniste di questo avvincente
libro.
La figlia di Rosalia, Connie, odierà la
madre, la sua cucina, le sue origini e
quindi anche se stessa finendo nel
tunnel dell'autodistruzione e causando
troppi danni alla figlia Sandy.
Di generazione in generazione le figlie
pagano gli errori delle madri e non
conoscono l'amore, quello incondizionato,
quello che fa crescere forti e sani.
L'ingrediente perduto non è tanto un
ingrediente culinario, ma sono le radici,
l'identità che, se perse, creano tanto
caos e dolore.
L'ingrediente perduto è anche la
comunicazione quella che se manca i
rapporti si deteriorano fino a fare
sentire le persone sole al mondo.
A parte Connie che rappresenta quella
che in psicanalisi si chiama negazione,
le altre donne di questa storia amano
cucinare, impastare, sperimentare, offrire,
cercano ancora di comunicare le proprie
emozioni all'esterno.
Sarah, la pronipote avrà la possibilità di
scoprire tante verità, di andarci a fondo,
di trovare se stessa e di tornare dove tutto
è iniziato. Solo così ci si salva.

martedì 9 novembre 2010

Due cuori e un fornello

Il libro di Ilaria Mazzarotta "Due cuori
e un fornello "edito da Kowalski per
me è stato una sorta di specchio.
Convivo da diversi anni e in effetti
mi sono riconosciuta in tante
situazioni, buffe o fastidiose.
Mi sono identificata nella signorina
Fiamma, nei suoi gusti, nel suo essere
seduttiva con la cucina.
Il mio compagno sembra il convivente
di Fiamma, non mangia verdure,
adora tutto ciò che è pesante, fritto,
grasso e in più russa. Io non sono così
brava in cucina come Fiamma e non mi
metto in competizione con la suocera,
anche se anch'io amo cucinare i piatti
della mia infanzia e di quella del mio
compagno.
Molte situazioni descritte dalla Mazzarotta
le ho già vissute, superate e il suo libro mi
ha strappato molti sorrisi.
E' un libro scorrevole, leggero (nel senso
buono del termine) infarcito di ricette
eccezionali che farebbero felice qualsiasi 
coppia.
Io, come Fiamma, sono fissata con
tutto ciò che gravita attorno al cibo e
credo che cucinare e mangiare rendano
le persone più felici.
Sono convinta, come Fiamma, che un
uomo si conquisti davvero con del
buon cibo e che grazie alla buona
cucina si crei un legame spesso
indissolubile.
Non resta che cimentarsi nelle
squisite ricette di  Fiamma, lasciarsi
andare ed amare!

martedì 2 novembre 2010

Cucinami


Il libro "Cucinami " di Annamaria Tedesco
edito da Castelvecchi  è un sensualissimo
viaggio nei meandri della cucina, dell'amore,
del sesso. Diviso in capitoli il libro si snoda
in racconti infarciti di succulente ricette
che accrescono la voglia di lasciarsi andare
agli istinti più primordiali. Si tratta di storie
brevi, forse veramente vissute o frutto
dell'immaginazione della scrittrice, in ogni
caso inchiodate alla realtà di una ricetta.
Non si tratta di ricette difficili da eseguire.
Mi ha particolarmente colpito un racconto
in cui una donna si sente trascurata e svilita
da un uomo che si sveglia solo ai pessimi
pranzi di sua madre dandole grande
soddisfazione. Nel rapporto non c'è più buona
cucina, nè intimità e forse neanche più amore.
Lei si vendica e gli propina ad oltranza  i cibi
surgelati della madre e prepara  invece un
menu  ricercato per sè e i figli.
La vendetta continua finchè la protagonista
si rende conto che è inutile e che è meglio
preparare le valigie.
Questo a dimostrare che si tratta di un libro
dolce, piccante, ironico, ma anche amaro,
insomma racchiude tutte le sfumature che
rendono la vita davvero vissuta.

lunedì 25 ottobre 2010

La città che profuma di coriandolo e di cannella



"La città che profuma di coriandolo e di cannella"
di Marie Fadel e Rafik Schami, edito da
Garzanti, è un libro straordianario.
E' l'occasione di compiere un viaggio nella
fascinosa Damasco senza mettervi piede.
Rafik Schami è in esilio e non può più
gironzolare per la sua amata Damasco,
e non può quindi scrivere da solo il libro
tanto desiderato.
La sorella  Marie decide di aiutarlo e,
per telefono, gli descrive le vie, i giardini, i
mercati, le botteghe, i profumi e i colori.
All'inizio del libro c'è una cartina con il
centro storico di Damasco.
Camminiamo virtualmente e entriamo in
case di parenti e amici degli autori.
Scopriamo storie di famiglie lontane,
entriamo nelle loro cucine, ci vengono
svelate le ricette e veniamo assorbiti
da una città carica di storia e di tradizioni.
Io ho particolarmente apprezzato il
capitolo in cui si va al suk a scoprire
le spezie più usate in Siria.
Quando sono andata ad Istanbul sono
letteralmente impazzita di felicità nel Gran
Bazar perchè gli odori e i colori delle
spezie erano inebrianti e suggestivi.
Mi è venuta una gran voglia di andare
a Damasco, questo libro me l'ha resa
famigliare dal punto di vista storico,
artistico e culinario.
Trovo gustose e preziose le ricette riportate
in ogni capitolo che sono l'eredità di una
famiglia e di un popolo.
Ogni ricetta è accompagnata da una storia
vera ed avvincente.

"Damasco non misura il tempo con i giorni,
i mesi, gli anni, ma con gli imperi che ha
visto nascere, prosperare, e andare in
rovina.
E' un prototipo dell'immortalità."
Mark Twain

lunedì 18 ottobre 2010

Il ristorante dell'amore ritrovato



Finalmente un libro scritto in uno stato di grazia.
Si tratta de "Il ristorante dell'amore ritrovato"
di Ito Ogawa  edito da Neri Pozza.
Una sera ritornando a casa dopo il lavoro
in un ristorante turco, la giovane Ringo
trova la casa svuotata dal fidanzato che
l'ha lasciata.
Le ha portato via tutte le cose più care,
soprattutto legate alla cucina.
Ringo rimasta impietrita dallo choc perde la
voce. Non sapendo dove altro andare, riparte
per il paese natio da dove era scappata a
quindici anni. Ringo ritrova la madre con
cui ha sempre avuto un pessimo rapporto,
ritrova l'amico Kuma-sun e una  nuova amica,
la scrofa Hermès. Ritrovandosi nullafacente
in un paesino tra le montagne, Ringo pianifica
un nuovo lavoro che coincide con la sua grande
passione, tramandatale dalla nonna: cucinare.
Così nel granaio attiguo al bar della madre
decide di aprire un piccolo ristorante che di lì
a poco diventerà leggenda.
Il cibo cucinato da Ringo  permette alle persone
di innamorarsi, di ritrovare la voglia di vivere,
di trasformarsi da gretti e volgari in perfetti
gentiluomini. In quel ristorante avviene
sempre una metamorfosi positiva.
Ringo sembra possedere doti magiche degne
di un vero alchimista.
Il risultato è che tutti vogliono sedersi a mangiare
"Al lumachino". Solo Ringo non sa che oltre a
quella degli altri può anche trasformare la propria di vita,
sciogliendo i nodi che la complicano.
Io ho trovato questo libro magico, perchè con grande
delicatezza descrive anche i sentimenti più bui e dona
sempre speranza. Mirabili sono le descrizioni delle
preparazioni di cibo, quasi sempre giapponese.
Alla fine del libro vi è un vocabolario che traduce
tutte le pietanze. Questo libro piacerà sicuramente
a chi adora cucinare che è come respirare,
comunicare, pregare. Una preghiera di felicità.

martedì 12 ottobre 2010

Couscous & tortellini



Proprio oggi ho letto tutto d'un fiato la raccolta
di racconti di Katia Brentani edito da EdiGiò.
Si tratta di racconti brevi, ma intensi.
Ho scoperto Katia Brentani scrittrice, al festival
Mangiarlibri di Castelmaggiore (Bo).
Le sue, sono storie di donne di oggi e di ieri,
che portano nel cuore le stesse aspirazioni
gli stessi sogni, pur vivendo una realtà intrisa
di limiti, privazioni, maltrattamenti.
In questi racconti la forza delle donne prende il
sopravvento e la parola che rieccheggia in tutti i
racconti è libertà.
Il racconto più emblematico è quello che da il
titolo al libro, "couscous e tortellini", appunto.
Due donne culturalmente distanti, religiosamente
opposte trovano semplicemente un punto d'incontro
nella fuga da uomini violenti e inutili.
Una, Maria prepara mirabilmente i suoi tortellini
l'altra  Fatima invece il suo gustosissimo
couscous.
I loro uomini, alcolizzati e violenti e forse
ancor più disperati di loro, le spingono
verso il limite e poi verso la libertà.
La Brentani scrive di donne coraggiose,
 forti e volitive che possono realizzare tutto
ciò che vogliono e che sanno sacrificarsi per
raggiungere un obiettivo.
Un libro di grande sensibilità e attualità.

Buona lettura e fatevi sentire!

lunedì 4 ottobre 2010

La vedova, Il Santo e il segreto del Pacchero estremo




Il libro di Gaetano Cappelli "La vedova, il Santo
e il segreto del Pacchero estremo"edito da Marsilio
è un libro pieno di ironia e molto spiritoso.
Il protagonista è Dario Villalta, un gallerista con la
passione, coltivata fin da adolescente, per le vedove.
Dario si ritrova a trattare arte contemporanea, che
in verità lo disgusta e alla quale preferisce di gran
lunga l'arte rinascimentale.
Ad un certo punto compare Vera Gallo, procace
vedova del sud che sembra essere in possesso
di una statua del Mantegna, il Santo appunto.
Con mille sotterfugi, Dario ormai invaghito della
vedova, organizza un' asta segreta per miliardari. 
La seconda parte del libro è però concentrata sulla
cucina di un albergo pluristellato di Capri
(sede dell'asta) dove le pietanze sono
sublimemente preparate da Mariasofia Madrasca.
Dall'arte visiva si passa all'arte culinaria.
Nel libro poi si mettono in gioco altri personaggi
che hanno tutti un ruolo importante nella storia
come il psicoanalista Aaron Kaminsky, il titolare
della Ticoart Carmine Palomino, l'oligarca russo
Alexander Dudorov e lo chef imbroglione Elio
di Ilio.
Sulla trama non voglio raccontarvi altro, vorrei
sottolineare invece che in questo libro vengono
sviscerate le mie più grandi passioni: l'arte e la
cucina.
Per questo motivo ve lo consiglio come lettura
a tratti piccante, pepata, divertente e briosa.
Non aspettatevi  però di scoprire il segreto del
pacchero estremo...

martedì 14 settembre 2010

Ricette futuriste: il mio libro!


Ciao a tutti!
Vi comunico una novità: è uscito il mio libro
"Ricette futuriste"-un saggio tra arte, storia,
cucina. Edito da Montag. Lo potete acquistare
direttamente dal sito di Montag:
http://www.edizionimontag.com/shop/ oppure
su  Internet Bookshop Italia, Unilibro, Dvd.it,
Libreria Universitaria, Shop.it, Webster.it,
Italia Pianeta Libro, Kataweb e molte altre.
Potete anche ordinarlo presso le vostre librerie
di fiducia specificando che il distributore è
ediQ.
Ammetto di essere emozionata perchè è il mio
primo libro e spero di avere tanti lettori e anche
tanto sostegno soprattutto da  voi che mi
seguite sul blog.
Vi spiego brevemente di cosa parla il libro
perchè non mi sembra il caso di recensire
me stessa, questo è un compito che lascio
a voi con commenti e spero anche con
e-mail.
Il mio libro è un escursus storico -artistico
del periodo dell'avanguardia futurista.
Parto da un' introduzione, con cenni artistici,
sul movimento futurista e, storici, sulla
geniale personalità di Marinetti.
Poi entro nel vivo della rivoluzione culinaria
futurista, con relativa guerra alla pastasciutta,
per poi finire con riflessioni sull'influenza che la
cucina futurista ha avuto su quella odierna
(nouvelle cuisine e cucina molecolare).

Solo qualche accenno per accendere la curiosità....

Che altro dirvi ...buona lettura e a presto!

venerdì 3 settembre 2010

A cena con Anna Karenina





Eccomi tornata, da una lunga e bellissima estate,
sempre in viaggio.
Riprendo le redini del blog e vi accompagno in
una nuova lettura.
Si tratta di " A cena con Anna Karenina "di Gloria
Goldreich edito da Newton Compton editori.
Un gruppo di donne si incontra mensilmente,
a turno, nelle loro case, per discutere di libri.
Ognuna di loro ha una storia più o meno complicata
e ciò che sconvolge tutte è che, la più invidiata,
Cynthia si è divisa improvvisamente dal marito.
Nasce nel gruppo una curiosità morbosa, una
vera ossessione di congetture.
La reginetta del ballo, la perfetta Cynthia, non
lo è più. Le sue amiche oltre all'invidia provano
un senso di instabilità, di pericolo per le loro
situazioni personali.
La crisi matrimoniale di Cynthia mette tutto in
discussione e tutte cercano un cambiamento
che migliori le loro vite.
Gli incontri letterari si svolgono sempre
accompagnati da una cena preparata dalla
padrona di casa.
Così alla condivisione di pensieri e opinioni,
si aggiunge la condivisione del cibo, dell'affetto
e delle emozioni.
Si affrontano letture come Anna Karenina,
Madame Bovary, Piccole Donne, Leggere
Lolita a Teheran...
Attraverso questi incontri, ognuna di loro impara
qualcosa in più su sè stessa e attraverso la letteratura
avvengono anche dei transfert, degli outing e le
serate si trasformano anche in  "gruppo di sostegno".
Semplicemente è vera amicizia, resa ancor più salda
dalla condivisione di interessi comuni.
Ammetto che, anche a me piacerebbe avere un
gruppo di amiche disposte ad incontrarsi una
volta al mese per parlare, come le nostre protagoniste,
di libri e accompagnare l'evento con della  buona
cucina.
Questo libro ci insegna la condivisione, l'amicizia
la solidarietà e il perdono, soprattutto di se stessi
quando si provano sentimenti negativi come l'invidia
la rabbia e la paura e soprattutto ci spiega che non
esistono vite perfette, ma solo vissute.

mercoledì 21 luglio 2010

Il conto delle minne



Dopo il primo romanzo "L'assaggiatrice", Giusepppina
Torregrossa ha scritto "Il conto delle Minne ", edito
da Mondadori.
Siamo di nuovo in Sicilia, a Palermo, nonna Agata
istruisce la nipotina Agatina sulla vita e su come si
preparano le cassatelle in onore di Sant'Agata.
Le minne dolci devono essere in numero pari come
quelle delle donne e devono essere lavorate con
estrema cura.
Il libro è incentrato sulla storia delle donne della
famiglia di Agatina che è l'io narrante.
In questo piacevole romanzo sembra girare tutto
intorno alle minne che, se sane, fanno la felicità
di mariti appassionati, se invece malate, sono
ovviamente cattivo presagio, di sventura e morte.
Anche in questo romanzo si respirano i profumi
e la carnalità di una Sicilia da sempre caratterizzata
da mille contraddizioni.
Quando Agatina si trova invischiata in una storia
d'amore ossessiva e malata, l'unico rifugio sono la
cucina e le minne in onore della santuzza.
Questo dolce è la storia delle  donne che si tramanda,
la vittoria su uomini prepotenti e animaleschi,
è il nido, il riparo, la sosta dal turbinio del mondo.
La tradizione tramandata da bisnonne e nonne
diventa rituale, un inno alla femminilità che
nemmeno il tempo, la vecchiaia e la malattia
possono scemare.
Le minne delle donne diventano specchio
del loro mondo interiore, degli umori, dell'identità.
Quando l'equilibrio si rompe allora anche
le minne rischiano  di ammalorarsi, i dolcetti
non risultano perfetti e forse si è persa
la grazia della santuzza.
Dopo tante peripezie le donne trovano sempre
la forza di combattere le proprie debolezze ed
insicurezze e a volte vincono.

mercoledì 7 luglio 2010

La stanza delle spezie

Rieccomi....scusate il silenzio, ma ero in vacanza ad Ischia
come vi avevo accennato qualche post fa.
Il viaggio è stato bellissimo e ho avuto l'opportunità di visitare
anche Procida, Capri, Amalfi e Positano. Dal punto di vista
mangereccio, la cucina isolana è ottima e  ho mangiato
molto pesce, la mia passione. Altre attrattive sono i limoni
giganti di Procida, i peperoncini...



Torniamo ai nostri libri.....


Il libro della settimana è "La stanza delle Spezie"
di Frances Osborne edito da Sperling Paperback.
La scrittrice è la pronipote di Lilla, la protagonista
del romanzo.
Dopo innumerevoli ricerche e interviste ai parenti,
la Osborne ricostruisce la vita di questa sua
bisnonna tanto speciale.
Tutto inizia dall'Imperial War Museum di Londra
dove è conservato  il libro di ricette di Lilla.
Il romanzo è un' intricatissima saga famigliare
dove si susseguono avvenimenti felici e non.
Lilla ha una sorella gemella e il legame con lei resterà
sempre molto forte, si separeranno e riavvicineranno
nel corso della loro lunga vita.
Lilla, nata  in Cina, legatissima a questo paese dovrà
più volte cambiare sede per via della carriera militare
del marito.
Raccontarvi tutta la trama diventerebbe troppo lungo
e ingiusto perchè vi toglierebbe la sorpresa. Io mi voglio
soffermare sul ruolo che la cucina ha avuto nella vita di
Lilla e forse anche di molte altre donne.
La cucina è passione e diventa un modo per riconquistare
un marito distratto e spesso ostile.
La cucina è sopravvivenza quando Lilla viene rinchiusa
in un campo di concentramento giapponese durante la
seconda guerra mondiale.
Qui regnano  la fame e l'indigenza e Lilla è disperata.
Il modo che Lilla escogita per rimanere attaccata alla
vita è scrivere un libro di cucina dove enuncia ricette
e modi per tenere curata  una bella casa.
Tutti i ricordi della bella vita dell'infanzia e della
giovinezza affiorano e i consigli di mamma dettati
dall'agiatezza sovrastano i morsi della fame.
La nostra coraggiosa protagonista porta a termine
il libro e sopravvive ai campi di concentramento.
In questo libro ci sono pagine drammatiche, dure
impressionanti, ma vale davvero la pena leggerlo
per la forza che trasmette, la forza della vita che
prende svariate forme e vince su tutto e tutti.
Buona lettura!

martedì 15 giugno 2010

Zenzero e cannella

Sono qui di nuovo a proporvi un romanzo
di Sarah-Kate Lynch: Zenzero e cannella
edito da Sperling & Kupfer. La protagonista
è Connie un critico gastronomico di New
York che decide di partire per una seconda
luna di miele con il marito Tom, che però non
si presenta all'aeroporto e nemmeno in corner
sull'aereo. Morale della favola, una splendida
donna si trova tutta sola nella magica Venezia.
Sola non per molto, poiché Marco il bel
gondoliere le terrà compagnia.
Scoppia la passione, il tripudio dei sensi
accompagnate anche da incursioni gastronomiche
nelle migliori trattorie di Venezia. Descrizioni
minuziose di piatti tipici, gustosi, saporiti, arricchiti
da spezie misteriose che creano scie di profumo
inebrianti.
Questo viaggio ha preso la giusta piega e il marito
è già quasi dimenticato.
Questa è la prima parte del romanzo. La seconda
è tutta una sorpresa, dove l'intera realtà di Connie
viene capovolta e lascia il lettore di stucco.
Non svelerò niente, desidero rimaniate attoniti,
sbigottiti.
Se vi è piaciuto "Fragole e champagne" anche questo
libro vi coinvolgerà e lo porterete con voi in spiaggia
per leggerlo d'un fiato!

mercoledì 9 giugno 2010

A neve ferma

Che libro divertente quello di Stefania
Bertola,"A neve ferma" edito da Salani.
L'autrice ha costruito abilmente una
trama avvincente la cui protagonista
principale è Emma che, dopo soli tre
giorni, ha perso l'amore. Emma lavora
nella pasticceria Delacroix insieme
alla sua amica Bianca, ragazza vulcanica,
ma incostante. Si aggiungerà Camelia,
ragazza un pò svampita e indolente.
Tutte e tre cercano l'amore e tutte
e tre lo troveranno.
Si aggiungono alla storia anche tanti
altri personaggi, caratterizzati molto
bene, che arricchiranno il libro di
diverse sfacettature.
Dal punto di vista culinario le pagine
più gradevoli sono quelle in cui si
descrivono  le preparazioni
dei partecipanti al concorso "Una
stella per Natale".
E' un libro gradevole che consiglio di
leggere sotto l'ombrellone facendosi
accarezzare dalla brezza marina,un libro
che parla di amicizia, solidarietà, paure,
incertezze, abbagli, ma soprattutto di amore
e dolcezza, insomma un profumato e
golosissimo bon bon.

martedì 1 giugno 2010

I bucatini di Garibaldi

Non mi aspettavo che un inglese
potesse essere così esaustivo nel
raccontare la storia e la gastronomia
italiane.
Ebbene, leggendo " I bucatini  di
Garibaldi"-avventure storico -
gastronomiche di un inglese
innamorato dell'Italia -(editore Piemme)
ho rivisitato idealmente tante zone d'Italia
riscoprendone i sapori , ma ho anche
scoperto zone, mai visitate, che ho voglia
di perlustrare e di scovarne le ghiottonerie.
Questo libro è oltretutto un valido ripasso
sulla storia d'Italia per chi, come me, fosse
un pò arrugginito. Lo consiglio perchè
traspare come William Black(lontano
parente dei fratelli Rosselli), lo scrittore,
sia davvero innamorato del nostro
bel paese e ci rinfocola il campanilismo
e il patriottismo.
Alla fine di giugno andrò in vacanza ad
Ischia e nel libro è presente un intero
capitolo su questa meravigliosa isola
che visiterò per la prima volta.
Con mio grande stupore ho scoperto,
grazie a queste pagine, che il piatto forte
ischitano è il coniglio.
In effetti non avevo mai pensato che
in un' isola con rapidi pendii ,senza
spazio, clima inadatto ad allevamenti
di grossi bovini si ricorresse, per colmare
il bisogno di proteine, ai conigli, che tra
l'altro si riproducono molto
velocemente.
Non vedo l'ora di andare ad Ischia e
assaggiare il coniglio all'ischitana di cui
riporto la ricetta proposta dal libro.

Coniglio all'ischitana (4 persone)

- 1 coniglio d'allevamento  di circa 1,5 kg
   pulito e pronto da cucinare
- 20 ml di olio evo
- 2 spicchi d'aglio
- 1 peperoncino
- 100 ml di vino rosso
- 500 gr di pomodori perini tagliati a pezzi
- 4 foglie di basilico  fresco
- 1 rametto di timo fresco
- 1 rametto di maggiorana fresca
- 1 rametto di rosmarino fresco
   sale e pepe

Lavate il coniglio, asciugatelo e tagliatelo a
grossi pezzi. Fatelo colorire nell'olio con
aglio e il peperoncino in un tegame di terracotta
che possa andare sul fuoco.
Aggiungete il vino e fatelo evaporare. Unite
i pomodori e le erbe aromatiche, salate e pepate
e cuocete per 30 minuti a fiamma moderata.
Regolate di sale e servite.

Buona lettura e buon appetito!

martedì 25 maggio 2010

L'assaggiatrice

Giuseppina Torregrossa con il suo libro
"L'assaggiatrice", edito da Rubbettino, ci
accompagna  in Sicilia in un' atmosfera
rovente, fatta di carnalità, sensualità e
sessualità. Anciluzza viene abbandonata
dal marito Gaetano, che le lascia
la responsabilità di due figlie e i debiti.
Anciluzza, che per fortuna, è laureata
e ha spirito d'iniziativa apre, nei mesi
estivi, un chiosco vicino al mare.
Quest'attività la riporta a socializzare
e a prendere fiducia in sè stessa.
Il filo conduttore è il cibo che
Anziluzza prepara per amici, ospiti
ed amanti.
Il cibo diventa il viatico per quella
libertà  sessuale che Anciluzza non
si era mai azzardata a chiedere,
nemmeno a sè stessa.
Le preparazioni culinarie accompagnano
sempre forte eccitazione, fantasie sessuali
esplicite, amplessi.
Di sicuro questo è un libro che,
detto simpaticamente, risveglia
l'ormone e le ricette sono da provare
anche perchè portano con loro la
tradizione siciliana.
Un romanzo questo a tinte forti che sottolinea
quanto il cibo sia legato alla passionalità
e al principio del piacere.
Riporto una ricetta preparata da Anciluzza
per un  incontro particolare.......

Biancomangiare al latte di mandorle

-acqua lt1
-mandorle bianche tostate
-zucchero g 250
-amido g 70
-la buccia di un limone

Frullare le mandorle tostate insieme
con l'acqua; cuocere in un tegame a
fuoco dolce il latte di mandorle
ottenuto, lo zucchero, l'amido,
e la buccia di un limone, facendo
attenzione a non formare grumi.
Mescolare  continuamente fin
quando il composto si sarà
rassodato. Versare la crema
in appositi stampini umidi  e
sulla superficie spolverare un
pò di cannella. 
Appena fredda, sformare e servire
dentro alla buccia di un limone.

Bon appetit e attenzione agli effetti collaterali...

mercoledì 19 maggio 2010

Racconti di pane

Susan Seligson nel suo "Racconti di pane"-Per
erranti appassionati che mordono la vita-(ed.fbe)
narra bellissimi resoconti di viaggio, soffermandosi
sulle caratteristiche geografiche di un paese,
approfondendone la storia e le tradizioni, ma
soprattutto analizza come viene preparato
e cotto il pane.
Il pane è la base di ogni alimentazione ed è
l'alimento più antico e tradizionale, legato
alle religioni, alle rivoluzioni e ai cambiamenti.
I racconti sono tutti interessanti e ben scritti,
ma certamente alcuni mi sono rimasti più
impressi.
Bellissima la descrizione di Fez e della sua
casba dove l'autrice va a caccia di forni collettivi.
Le donne marocchine preparano il loro pane
in casa, con la firma della famiglia, ma il pane
viene cotto in uno dei forni presenti in città.
Alla fine di ogni capitolo, l'autrice ci fornisce
una ricetta di pane per ogni paese visitato,
così potremo, noi stessi, preparare il pane
schiacciato beduino,il pane tradizionale
marocchino, il pane nero lievitato
di Ballymaloe(Irlanda), il pane azzimo,
il pane fritto di Rosie(Nuovo Messico),
i panini dolci alla campagnola di zia Eunice
(Alabama), il roti Brijendra(India), la
baguette(Francia).
Consiglio questa lettura perchè ci spiega
al meglio la dimensione sprituale del pane,
come sia presente in modo diverso in ogni
religione e come il pane simboleggia la
capacità umana di adattamento e
creatività e sia garanzia del perpetuarsi
di tradizioni, feste religiose e dell'identità
di ogni paese.
Buona lettura e scrivetemi!

martedì 11 maggio 2010

Fragole e champagne

Il romanzo"Fragole e champagne" di
Sarah -Kate Lynch (Ed.Sperling & Kupfer)
è ambientato in Francia, appunto nella
regione dello Champagne, precisamente
nel villaggio di Saint-Vincent-sur Marne,
nella maison Peine.
Il padrone della Maison muore e la figlia
ormai quarantenne, Clementine, rimane
sola ad occuparsi di tutto.
Clementine non è per niente in forma, è
ingrassata, trascurata e sciatta.
La sua vita sembra condannata alla solitudine.
A rompere questa  solitudine si fanno vive due
sorelle a lei estranee, accampando il diritto ad
ereditare la loro parte.
Oltre al problema dell'eredità, si creano tensioni
e rancori che riguardano temperamenti ed abitudini
diversi. Ogni sorella ha i suoi fantasmi da
affrontare.
Grazie al personaggio, quasi surreale, della
Petite e allo zingaro Hector si arriva ad una
soluzione.
Per me che amo la Francia, immergermi nelle
atmosfere della campagna francese è stato un
sogno e leggere questo romanzo è stato
utilissimo per imparare, almeno in  teoria,
tutte le tecniche per produrre champagne,
dalla vigna, passando per le botti e
arrivando all'imbottigliamento.
Fragole e champagne è un libro facile e leggero,
uno di quei libri in cui è previsto il lieto fine.
Ma perchè no? A me è piaciuto e mi sono
ripromessa di andare prima o poi nella regione
dello Champagne  per le degustazioni....che bel
vivere!
Aspetto i commenti!

martedì 4 maggio 2010

Marchesi si nasce

In  "Marchesi si nasce"-questa è la mia storia-
(Rizzoli)ripercorriamo, grazie al racconto di
Gualtiero Marchesi, la vita di un uomo, che
con grande naturalezza, ha raggunto le sue
mete e realizzato i suoi sogni.Grande naturalezza
perchè sembra che Marchesi, pur con grande
determinazione e fermezza, abbia semplicemente
seguito la sua indole, individuato la sua strada e
l'abbia percorsa senza tentennamenti, nè incertezze,
nemmeno curandosi dei concorrenti o avversari.
Gualtiero Marchesi ha  semplicemente compiuto
il suo grande destino.
Nel libro ci insegna che per essere innovatori,
bisogna guardarsi attorno, leggere, studiare,
essere curiosi e prendere spunti dall'arte e
dalla musica.
Dopo essere stato in Francia ad apprendere
dai più grandi chef, Marchesi è tornato in Italia
e il frequentare persone vivaci e colte, mostre
e concerti gli ha permesso di assorbire la
bellezza ed inserirla nei suoi piatti leggendari.
Ha imparato, assorbito e rielaborato e, quando
è stato pronto, ha scelto di insegnarlo ad altri.
Ammettendo, che l'insegnamento rende davvero
immortali, Marchesi  ha istruito, nella scuola
internazionale "Alma ", centinaia di chef che 
ora  sono sparsi per il mondo e che continuano
a chiamarlo  " Maestro".
Essendo io appassionata d'arte ammiro molto i piatti
inventati con riferimento ad essa come il "dripping"
di Pollock,"quattro paste" indotta da un opera di
Wahrol o" riso oro e zafferano" legato  all'arte
antica (o azzardo quella del secessionismo di
Klimt).
Alla fine del libro troviamo le ricette dei capolavori
di Marchesi che, generosamente, ci ha donato perchè
l'arte sia di tutti.

martedì 27 aprile 2010

Il viaggio di un cuoco

Ho fatto il giro di mezzo mondo e ho assaggiato
le cose più strane con  Anthony Bourdain.
Ebbene sì, leggendo "Il viaggio di un cuoco"
(Ed.Feltrinelli), ho vissuto un avventura
da sincope.Tralasciando il resoconto
televisivo, che poco m' importa(il viaggio è
stato continuamente ripreso da una troupe
televisiva), ho provato emozioni molto forti
e assaporato, grazie alle capacità descrittive
del nostro chef Anthony, pietanze da paura.
Simpaticamente, definirei Bourdain una personalità
borderline sempre sotto l'effetto di droga e alcool
e in cerca continuamente di un precipizio dove
provare una scossa adrenalinica, quasi mortale.
Bourdain mi è simpatico e scrive bene. Non ho mai
assaggiato la sua cucina e non so se lui sia  migliore
come chef o come scrittore.
Anthony è partito per il giro del mondo alla ricerca
del sapore perfetto e ha visitato  il Portogallo, la
Francia, il Marocco, la Cambogia, il Vietnam etc...
Bourdain  ha assaggiato cose "che noi umani non
potremo  mai immaginare" ed è sopravissuto,
pur temendo, ogni tanto, per la propria salute.
Con tutta la buona volontà non avrei mai il coraggio
di bere vino di serpente, mangiare un iguana o un
cobra, che mi viene prima presentato vivo al tavolo.
Morale della favola, Bourdain non è solo uno
chef, è, prima di tutto ,uno con dello stomaco.
Per me, che adoro viaggiare e mangiare, questo
libro è stata una vera evasione e lo consiglio
a tutti coloro che amano l'avventura, anche culinaria!
Nella sua ricerca Bourdain incontra  a San Francisco
al French Laundry, il grande chef, Thomas Keller
il quale gli dice:"la perfezione, in realtà, non si
raggiunge mai, è qualcosa cui si tende, ma una
volta che la raggiungi, non è più perfezione.
L'hai perduta. Se n'è andata".
Vale per il sapore perfetto che va cercando
Bourdain,  per tutti  gli chef, i gourmet, i critici
e tutti noi.

martedì 20 aprile 2010

Estasi culinarie

Prima di leggere il bellissimo romanzo
"L'eleganza del riccio", ho gustato
il primo libro di Muriel Barbery:
"Estasi Culinarie"(ed. e/o).
Che quella di Muriel Burbery
sia alta letteratura è fuori di dubbio.
Ci troviamo sempre nel palazzo signorile
in rue de Grenelle, lo stesso della famosa
portinaia Renée...
Il protagonista, monsieur Arthens, è il più
grande critico gastronimico del mondo,
il cui grande talento indiscusso è la capacità
di cogliere le sfumature dei sapori più
sopraffini e saperle descrivere su un foglio
di carta,un giornale, un libro.
Questo gigante della critica è sul letto
di morte e invece di preoccuparsi di
lasciare i suoi cari, torna con il pensiero
ai cibi che hanno accompagnato i
momenti più importanti della sua vita.
Ha deciso che, prima di morire, ritroverà
quel sapore perfetto che racchiude
il senso di una vita.Quest'uomo, ha già ricevuto
tutti gli onori in vita, è potente e ha deciso le
sorti di tanti chef  e questo gli ha conferito
quell'arroganza tipica del genio.
Peccato che quest'uomo manchi di talento
umano, di sensibilità, di amore per la moglie e
i figli. Incapace ad amare, stranamente, porta
almeno rispetto per la servitù e ama  il proprio
gatto più delle persone.
Ci sono, nel testo, i suoi ricordi di bambino ,di
adolescente, di adulto e tante  leccornie
minuziosamente descritte. Il nostro "monarca",
ad un soffio dalla fine stenta a ritrovare, nei meandri
della memoria, il sapore perfetto.
Non vi svelerò di certo quale sia questo sapore,
che il nostro tronfio signore troverà
appena prima di esalare l'ultimo respiro, posso
solo dirvi che il finale conferisce al libro un senso
altissimo che ognuno di noi, leggendolo, coglierà.

mercoledì 14 aprile 2010

Il perfezionista

E' con grande emozione che scrivo di questo libro,
"Il perfezionista "-vita e morte di un grande chef-
di Rudolph Chelminski(ed. Ponte alle Grazie).
Prima di leggere questa biografia non conoscevo
lo chef  Bernard Loiseau. Leggendo la sua vita, la
descrizione del suo carattere, le sue imprese ho
iniziato ad affezionarmi, ad ammirarlo e poi
ad amarlo. Chelminski lo conosceva bene
e ha voluto tributargli un omaggio dopo la sua
tragica morte, avvenuta la sera del 24 febbraio
2003.
Questo è un libro di una lucidità estrema, dove
si descrivono la vita di un grande chef e
50 anni di storia di cucina francese.
Leggendolo ho imparato tanto di
cucina francese, di stelle Michelin, di
psiche umana.
Ammetto, arrossendo un pò, che alla fine del
libro, ho pianto, un pianto di commozione per
un uomo che ha inseguito un grande sogno,
l'ha raggiunto, ma non ha retto la
pressione, non ha accettato l'inevitabile
lento tramonto e si è ucciso.
Il libro ci spiega i  tanti  probabili motivi
che hanno portato il nostro protagonista
ad un gesto così estremo.
Non ingannatevi, non è un libro triste, tranne
che nel finale, il resto è il racconto dell'inno
alla vita che ogni chef con la propria arte
sottolinea ogni giorno nel proprio ristorante.
Vengono descritte le magistrali preparazioni
dei più grandi chef francesi come Bocuse,
Ducasse, Fernand Point, i fratelli Troisgros
e altri chef francesi degni di nota. Bernard
Loiseau era davvero un perfezionista,
descritto nel libro come "iperbolico, manicheo
ed assolutista",  un vero leader capace di farsi
amare dalla sua brigade.
I suoi collaboratori l'avrebbero seguito in capo
al mondo perchè lo amavano e credevano
nel suo sogno.
Bernard Loiseau non si accontentava di essere
famoso, ammirato e lodato, voleva essere amato.
Ad agosto, il mio compagno e io, abbiamo deciso di
andare in vacanza in Borgogna e spero di riuscire
a fare un salto a Saulieu nel cuore del Morvan
per vedere il Cote D'or, il ristorante (catena Relais &
Chateaux)di Bernard Loiseau, che continua a vivere,
anche senza di lui, grazie alla determinazione della moglie
Dominique.
Spero, dopo il mio viaggio in Borgogna, di avere tante
belle foto, per un post coi controfiocchi!

.

martedì 6 aprile 2010

Servizio compreso

Davvero intrigante la storia raccontata in prima
persona da Phoebe Damrosh in "Servizio compreso"-
vita segreta di una cameriera a quattro stelle
(ed.Ponte alle Grazie).Phoebe è iscritta
all'università e la sua passione è scrivere, anche se
sente di non avere argomenti e abbastanza esperienze
per riempire il foglio bianco.
La protagonista, quindi, decide di trovarsi un lavoro per
mantenersi e  farsi venire la voglia di studiare:
si lancia nel mondo della ristorazione.
Phoebe incuriosita, ma ansiosa scopre un mondo
tutto nuovo, fatto di disciplina e raffinatezza.
La nostra Phoebe, portata per questo lavoro,
poco tempo dopo viene promossa chef de
rang in uno dei ristoranti più rinomati
di New York, il Per Se del celebre Chef
Thomas Keller.
La protagonista  vive  finalmente un periodo pieno, e
trova anche lo spazio per l'amore con il sommelier André.
Io ho trovato questo libro leggero e piacevole, ma al
contempo ricco di informazioni utili su un mondo che
non si conosce troppo bene se non si è addetti ai lavori
o assidui frequentatori di ristoranti di alto livello.
Alla fine di ogni capitolo ci sono addirittura  uno o
più consigli diretti ai clienti per comportarsi in
modo appropriato e facilitare il lavoro di sala e di
cucina.Vengono anche enunciate tutte le regole che 
deve seguire il personale per essere impeccabile.
Ho trovato molto simpatico il capitolo dove
Phoebe e i suoi collaboratori decidono di
organizzare una degustazione(con forchettina di
legno alla mano)di midollo in diversi locali della
città e proclamare il vincitore.
(Perchè anche noi blogger non organizziamo
una cosa simile? Sarebbe davvero divertente ....)
Phoebe, lasciato il mondo della  ristorazione,
è poi tornata a studiare, avendo finalmente
tanto materiale di  cui scrivere e tanta
esperienza su cui contare, per affrontare
la vita.

giovedì 18 marzo 2010

In the kitchen



E' da poco uscito in libreria ed ovviamente ho trovato il titolo
accattivante:"In the kitchen" di Monica Ali (Ed.Il Saggiatore).
In realtà la lettura, all'inizio, è risultata faticosa, ho avuto
difficoltà di concentrazione e a collegare personaggi,
nomi e ambientazione.Ho avuto la tentazione di  interrompere
la lettura dopo 50 pagine. Poi però essendo testarda ed essendo
il libro lungo quasi 600 pagine, mi sono legata alla sedia
come l'Alfieri e piano piano sono entrata nella storia.
Se dovessi dire che è uno dei migliori libri che ho letto
mentirei, ma con uno sguardo più approfondito offre spunti
di riflessione importanti.
Veniamo alla trama.Ci troviamo a Londra, zona Piccadilly,
nella cucina dell'Imperial Hotel dove capo indiscusso è lo
chef Gabriel Lightfood.
La cucina di Gabriel è un porto di mare, un crogiuolo di
culture, i suoi collaboratori appartengono a tutte le razze
del mondo. La cucina quindi diventa specchio della
società dove avvengono momenti di integrazione e momenti
di forte tensione .
Lo chef  Gabriel difende sempre la sua cucina e il concetto
di multietnicità.
Purtroppo nei sotteranei dell'hotel viene trovato il cadavere
di un garzone ucraino e lo chef s'imbatte in Lena, una ragazza
bielorussa misteriosamente legata alla morte dell'uomo.
Nonostante il delitto questo romanzo non è un giallo, anzi è un
indagine della vita pubblica e privata dello chef Gabe.
Nel libro vengono scandagliati il rapporto con
Charlie(la fidanzata che vuole sposarsi), con il padre malato
Ted, con la nonna Nana e con la sorella Jenny.
L'elemento più interessante è l'analisi dell'animo inquieto di Gabe,
cuoco di successo che  ha momentaneamente perso
il suo equilibrio psichico, mosso da sospetti su
alcuni personaggi, come il maitre, che ha affari molto
loschi o da dubbi sulla propria capacità di realizzare il
sogno di aprire un ristorante tutto suo.
Il melting pot che troviamo nella cucina di Gabe è quello
che viviamo tutti, nelle nostre città e, spesso, il confronto
con il diverso ci mette immancabilmente davanti allo specchio
con la nostra immagine riflessa.
Di sicuro l'integrazione non è facile e spesso è solo la
disperazione ad accomunarci tutti.
Per Gabriel la crisi esistenziale è un occasione per
riportare alla mente il perchè di tutte le sue scelte, i ricordi più
cari dell'infanzia e le persone più importanti.
In questo libro si parla certo di cucina, vengono descritte alcune
preparazioni, si entra nel vivo del lavoro di un ristorante
e si intuiscono le molte responsabilità e lo stress di uno chef
professionista, ma è giusto sottolineare che l'ambientazione è
solo un pretesto per raccontare un'altra realtà sociale.
Sono contenta di aver superato il blocco iniziale, un libro
rappresenta sempre un 'occasione ...Buona lettura
e fatemi sapere cosa ne pensate!

giovedì 11 marzo 2010

L'Ombra del Cuoco

Valerio M.Visintin nel suo libro"L'ombra del
Cuoco"-Indagine involontaria di un cronista
gastronomico-(Terre di Mezzo editore)
scrive straordinariamente bene, lo stile è tutto
personale, l'italiano forbito e piacevolissimo
da leggere.
La trama è un giallo il cui protagonista, Leo Lombardi ,
è un critico gastronomico di un importante quotidiano
milanese.In un'uggiosa giornata autunnale, Lombardi
scrive un articolo che stronca il ristorante "Gli orti" e
il suo chef, Lorini.
Con l'uscita dell'articolo, lo chef sparisce dalla
circolazione, risulta introvabile.
Spanò, il caporedattore, costringe Lombardi ad
indagare sulla strana scomparsa.
Lombardi si fa convincere mosso anche dal
senso di colpa.
Comincia "l'indagine involontaria".
L'impresa investigativa è supportata  da Maurizio,
amico e collega cocainomane, da Moroni un vecchio
professore amico del padre di Lombardi e da
Charles Pibodi, ex commercialista di Lorini.
Il libro è infarcito di e-mail mai spedite da Lombardi
all' ex  fidanzata Cecilia, che si trova a Parigi,
di cui è ancora follemente innamorato.
Il giallo ha aspetti buffi perchè il protagonista
risucchiato dall'indagine e dalle pressioni
dei suoi "assistenti"diventa un mezzo barbone
che coi vestiti perennemente neri, ma strappati ,
affronta lunghe e gelide nottate insonni, bevendo
e fumando.
Le peripezie, l'aspetto disastrato, la psiche scossa
lo rendono simpatico ed un investigatore sui generis.
L'aspetto culinario del libro è incentrato sui ristoranti,
sul lavoro del critico gastronomico,(che reputo
uno dei mestieri più belli del mondo)che in
incognito o no, mangia, beve, giudica e viene pure
pagato!
Ogni tanto propongo qualche noir perchè è diventato
sempre più frequente che gli scrittori associno cibo
e "delitti", forse per unire due forti passioni
nei lettori contemporanei. Questo libro di 225 pagine
è godibilissimo nella trama, ma io lo segnalo soprattutto
per l'impeccabile stile di scrittura.

Io aspetto i vostri commenti e buona lettura!

lunedì 8 marzo 2010

L'ultimo chef cinese


Leggere "L'ultimo chef cinese "di Nicole Mones(ed.Neri Pozza)
è come fare un viaggio, un bellissimo viaggio in Cina scoprendone
la cultura, le tradizioni e la cucina.
Come pretesto per raccontare il frutto di anni e anni di studi sulla
cultura cinese, la Mones intesse la trama di un romanzo, la cui
protagonista è Maggie, critica gastronomica americana.
Maggie, da quando ha perso il marito Matt in un
incidente, vive in barca in uno stato di perenne precarietà.
Un giorno il collaboratore del marito le comunica che,
a Pechino, una donna cinese sostiene che Matt è il
padre della sua bambina. Maggie è in preda al panico e
le crolla il mondo addosso.
Contemporaneamente la rivista per cui lavora le propone di andare
a Pechino per intervistare un famoso giovane cuoco, Sam Lliang.
Ormai è imperativo per Maggie recarsi a Pechino e affrontare problemi
e paure.Non posso svelarvi tutta la trama, ma almeno anticiparvi,
che c'è posto anche per una storia d'amore.
Io ho trovato questo libro bellissimo, ogni capitolo è preceduto da uno
stralcio del testo antico (ma inventato),"L'ultimo chef cinese".
In ogni riga sembra di apprendere perle di saggezza, si sprofonda
in un atmosfera densa di simboli e di significati  e la cucina è
descritta con grande maestria. Le parole e i gesti di Sam
Lliang sembrano discendere direttamente dagli imperatori, da
una civiltà antica, quasi scomparsa e tramandata da pochi.
Sam Lliang, mentre con gesti veloci ma precisi
prepara il grande banchetto, spiega le caratteristiche
principali della cucina cinese che nulla hanno a
che fare con i piatti cinesi che si consumano in Europa e in
America.La cucina cinese ha precisi canoni di sapore e consistenza,
è caratterizzata dall'articificio, dall'illusione, dalla teatralità,
infatti molti piatti arrivano in tavola sembrando una cosa invece
sono un' altra. Altro aspetto è quello curativo:
si usa  il cibo per tenersi in salute, ogni pietanza ha una
finalità medicinale, ogni ingrediente ha certe proprietà -caldo,
freddo, asciutto, bagnato, agro, piccante, amaro, dolce etc..
Molti squilibri sono causati da uno sbilanciamento di
queste proprietà. L'ultima caratteristica, ma la più più importante
di tutte è  la comunità, perchè ogni pasto consumato in Cina
è un momento di condivisione. Penso che concluderò
questo post con l'inizio del libro."Gli allievi mi chiedono:
Come si raggiungono le vette dell'arte culinaria?
Con gli ingredienti più freschi, i sapori più ricchi?
Con i piatti rustici o quelli raffinati?Con niente del genere.
La vetta non si raggiunge  mangiando, nè cucinando, ma
solo offrendo e condividendo il cibo.
Le pietanze migliori non dovrebbero mai essere
consumate in solitudine.Che piacere può provare un uomo
nel cucinare, se poi non invita i suoi amici più cari
e non conta i giorni che mancano al banchetto
e non compone una poesia  che accompagni la lettera di invito?"

lunedì 1 marzo 2010

Spaghetti e delitti


Oggi ho deciso di proporvi qualcosa di un pò diverso:un giallo trasversalmente
legato al cibo.
L'autore Roby Paglianti(poliziotto e scrittore)caratterizza, nel suo "Spaghetti
e delitti"(Editrice Laurum), un ispettore burbero e collerico,amante
della buona tavola e della sua Viareggio, città famosa per il carnevale
e le splendide spiagge.
L'ispettore Cosimo Arrighi è alle prese con un caso intricato, l'omicidio di un
certo Cosentini, uomo vizioso, dalla vita dissoluta e dal matrimonio anomalo.
L'ispettore, iniziate le indagini, si muove sulla sua Talbot color panna  alla ricerca
di indizi e interrogando sospettati.
L'indagine seguirà il suo corso e non rovinerò la suspence anticipando
i colpi di scena che fanno di questo un discreto noir.
I tratti del testo su cui vorrei soffermarmi sono le incursioni  dell'ispettore,
con il fidato collaboratore Tony, nei ristoranti e trattorie della zona.
Le scorpacciate di pesce sono descritte con minuzia e procurano, al lettore
buongustaio, crampi per la fame .
Ci si arrende di fronte ai "bocconcini di mare, alle bavette alle aragostelle
con pomodoro, panna e una spruzzata di prezzemolo, agli spiedini  di sogliola 
impanati e passati al forno, unitamente a dei bocconcini di pane, il tutto
contornato da una composizione  di riso zafferano, adagiato sul piatto come
un medaglione e ornato da piccoli pomodorini  a ciliegia e alcune foglie di
menta"o allo "spaghettino con sugo di cicale  e prezzemolo  che aveva dentro
di sè tutto il sapore del mediterraneo e le acciughe fritte che esaltavano il gusto
del fresco vinello."
Ad essere sincera questo ispettore Arrighi mi ricorda molto il comissario
Montalbano di A.Camilleri, a cui dedicherò un post in futuro.
Anche Montalbano ha un carattere scontroso, prova un amore viscerale
 per la sua Sicilia  e il buon cibo.
A parte la somiglianza, credo che Paglianti sia riuscito a fare un buon lavoro
grazie ad una trama investigativa realistica, ben congegnata e ad una discreta
caratterizzazione dei personaggi.
Di sicuro con la descrizione delle spiagge, del porto, della profumata pineta,
del buon cibo, dell'aria buona ,viene voglia di andarsene a Viareggio,
possibilmente tenendosi alla larga dall'ispettore Arrighi e dagli omicidi!

giovedì 25 febbraio 2010

Peccati di Gola

Mannaggia, ancora non posso cimentarmi con la preparazione delle ricette e relative foto perchè ho un problema ad un piede(tendinite) che dovrò operare fra un mese e mi si è aggiunta una simpatica unghia incarnita che mi fa urlare da mattina a sera e, soprattutto, mollare qualche parolaccia. Dunque abbiate pazienza le ricette di Chloe Zivago arriveranno  presto e più succulente che mai!
Per non lasciarvi completamente a bocca asciutta vi introdurrò un libro che è un inno alla gioia dei sensi!Quando ho letto "Peccati di gola" di Nina Killham(ed.Kowalski)ho provato sollievo, perchè mi alleggeriva dai sensi di colpa per i miei stravizi culinari. La protagonista, la rubiconda Jasmine, che fin da ragazzina ha una passione smodata per la cucina, è bravissima,attrezzatissima e battagliera. Si batte contro le diete, contro le cene tristi, contro la moderazione. Di qui viva il burro e tutto ciò che è ben condito e saporito! Jasmine ha conquistato quello che sarebbe diventato suo marito con pranzi lucculliani, ma chi le tiene testa è la figlia, adolescente anoressica che rifiuta la figura materna in toto. Jasmine presa dalla sua incrollabile disciplina  culinaria  tende a distrarsi dai problemi e non si accorge del marito fedifrago. Anche stavolta fra equivoci, pasticci  e colpi di scena ci sarà da ridere a crepapelle.All'interno di questo romanzo non ci sono ricette esplicite con ingredienti e preparazione, ma leggendo può venire fame o anche sentirsi satolli da descrizioni tanto dettagliate. Non vi proporrò ricette fotografate perchè sarebbero solo una mia invenzione,vi invito invece a leggere il libro per l'atmosfera che fa vivere, un'atmosfera veramente godereccia, intrisa di piccante ironia, di genuina fame di vita e di buonumore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Ricette ,amore e molti pasticci

E' stato un vero spasso leggere "Le ricette di Chloe Zivago per il matrimonio e l'adulterio "di Olivia Lichtenstein(Garzanti).La psicologa Chloe, di origini ebree, vive alla soglia dei quarantanni una crisi coniugale piuttosto forte, causata dal marito Greg, distratto e pantofolaio. La mancanza di conferme rimette Chloe sul" mercato" amoroso e non tarda a trovare un amante, il russo Ivan. Chloe ha figli piccoli da accudire e seppur riesca a portare avanti una doppia vita si sente sempre in colpa.Chloe è di nuovo una ragazzina che fatica a gestire la sua vita e perfino il lavoro, ma è circondata da persone preziose: suo padre e l'amica di sempre Ruthie. Il libro è intenso, ironico, divertente ma anche drammatico e commovente.
Questo romanzo descrive la realtà sui rapporti umani, amorosi, le crisi, le paure e regala un grosso consiglio a chiunque si trovi in difficoltà:dar valore ai rapporti più veri e più autentici, quelli che ci fanno sentire completi e maturi. Come ci ricorda il titolo, il romanzo è infarcito di ricette, alcune davvero bizzarre come la Salsa al cactus di Sariputra(ma dove le trovo le scatole di cactus marinato?), altre fattibili. Ne sceglierò una o due e cercherò di realizzarle e corredarle di foto.

giovedì 4 febbraio 2010

Un piede sulla luna!

Ecco, sto scrivendo il primo post : ho messo un piede sulla luna! Finalmente mi sono decisa!
Da oggi in poi, con cadenza settimanale, pubblicherò un post che parlerà del rapporto fra cucina e letteratura. Sceglierò un libro che parla di cibo, preparerò un breve commento poi pubblicherò una ricetta, che mi ha particolarmente colpita, la realizzerò e vi presenterò una foto del risultato.La fotografia sarà una vera sfida anche perchè, ho sì una digitale ,ma piccola e non potente.Sarà bello quando inizieranno le vostre visite e i vostri commenti, vorrà dire che la mia passione vi ha attirati qui. Che altro dire, questa impresa mi rende felice!