mercoledì 30 novembre 2011

Il collezionista di Marsiglia


E' sempre un piacere leggere un libro di Peter
Mayle, scrittore inglese che si è trasferito in
Provenza (come lo invidio!).
Ho letto pressochè tutti i suoi romanzi, ma
quest'ultimo"Il collezionista di Marsiglia" edito
da Garzanti è di sicuro il più godibile perchè
unisce il giallo al buon bere e alla buona cucina.
La storia inizia con una collezione di vini
dal valore inestimabile ben nascosta in una villa
di Hollywood di proprietà dell'avvocato Danny
Roth.
Egli possiede dei Lafite Rothschild, dei Latour,
Margaux, Figeac, Pétrus. I problemi nascono
quando l'avvocato comincia a farsi intervistare
dal "Los Angeles Times"e a mostrare la sua
cantina.
In questo modo Roth attira l'attenzione e i ladri.
Tutto passa  in mano all'assicurazione che indaga
per non pagare tre milioni di dollari alla parte lesa.
L'assicurazione chiama Sam Levitt ad indagare.
Inizia così un viaggio in Francia tra Parigi,
Bordeaux e Marsiglia.
Tutto viene descritto minuziosamente, i paesaggi
magnifici, le pietanze nei ristoranti più raffinati
o più tipici e i vini che sono il filo conduttore
di tutto il libro.
C'è un' atmosfera incredibilmente godereccia
unita alla suspense del giallo che, soprattutto
verso la fine, si infittisce.
Adoro la Francia e non potevo non amare
questo libro, un libro ben riuscito con tutti
gli ingredienti giusti per un giallo da gourmet.
Da assaporare con lentezza!

lunedì 28 novembre 2011

VegAgenda 2012


Ieri ho ricevuto un regalo da una carissima
amica. Lo sto sfogliando. Si tratta della
" VegAgenda 2012" edita da Sonda
editrice. Premetto che non sono vegana,
ma questo regalo è lo stesso graditissimo.
La sfoglio e mi trasmette armonia.Occorre
essere in sintonia con la natura, con gli
animali, con l'ambiente.Temi su cui riflettere:
difesa degli animali, rapporti tra nord e sud
del mondo, salvaguardia delle biodiversità.
Ho particolarmente gradito la piccola guida
ai migliori ristoranti vegani, vegetariani e
macrobiotici d 'Italia, regione per regione.
Oltre alle ottime ricette di base vegane sono
presenti fiabe e racconti jainisti selezionati dalla
cantautrice Claudia Pastorino.
Lo consiglio come regalo natalizio, perchè è una
ottima agenda dal punto di vista grafico e del 
"Planning"e per l'arricchimento che può fornire
per adottare uno stile di vita ecologicamente
più sostenibile.
Da regalare e regalarsi per un 2012 pieno di
buoni propositi!

lunedì 21 novembre 2011

La scrittrice cucinava qui


Per scrivere un saggio, si sa, ci vuole molta curiosità, ricerca e sacrificio.
A tutto questo Stefania Aphel Barzini ha aggiunto una sensibilità
spiccata e un talento umano eccezionale nello scrivere "La scrittrice
cucinava qui" edito da Gribaudo. Solo una scrittrice dalle grandi capacità
poteva raccontarci in maniera così intensa ed emozionante il legame di
dieci scrittrici con il cibo. La Barzini non ha solo analizzato il legame
con il cibo nelle loro opere letterarie, ma è entrata nelle loro cucine
e nella vita di tutti i giorni, quella privata, quella più intima.
Ci sono autrici che hanno avuto un rapporto ambiguo e sofferto con il
cibo, direi altalenante.
Altre, invece, hanno rasentato l'ossessione, amandolo e godendone
il più possibile. Il rapporto con il cibo è lo specchio della femminilità,
di come viene vissuta, è specchio delle proprie radici  e dei ricordi.
A volte addirittura il cibo riempie vuoti incolmabili.
Pagina dopo pagina scopriamo la grandezza e l'umanità di Virginia
Woolf, Gertrude Stein, Simone de Beauvoir, Elsa Morante,
Karen Blixen, Agatha Christie, Grazia Deledda, Harriet Beecher
Stowe, Pamela L.Travers e Colette. Io ho provato una grande
emozione nel leggere di loro, dei loro piatti preferiti, delle loro
abitudini. L'autrice mi ha permesso di entrare nelle loro case, di
vedere le loro cucine, di osservare gli ingredienti, di assaggiare
i loro piatti preferiti e mi ha perfino dato la possibilità di cucinarli
perchè alla fine del libro è presente un ricettario prezioso.
Mi sono sentita arricchita e grata.
Non perdetevi questa meravigliosa opera, ne rimarrete incantati!

mercoledì 9 novembre 2011

L'inconfondibile tristezza della torta al limone


Ho letto con molta concentrazione il libro di Aimee Bender
"L'inconfondibile tristezza della torta al limone"edito da
Minimum Fax, per venirne rapita e risucchiata in un vortice
surreale.
La timida Rose Edelstein in tenera età scopre di avere una
particolarità, riesce a sentire gli stati d'animo di chi prepara
il cibo. Tristezza, rabbia, frustrazione, insoddisfazione, colpa
le si attaccano alla bocca e la invadono.
Diventa così insopportabile ingurgitare il cibo preparato dalla
madre che dietro una facciata gioviale nasconde un' angoscia
terribile. Rose così scopre i segreti di chi cucina, ma soffre
terribilmente e cercherà un escamotage per sopravvivere.
Le ci vorrà molto tempo per capire che quello che contrasta
è un dono.
La famiglia Edelstein nasconde molte cose e Rose non è
l'unica ad essere speciale.
Sono rimasta piacevolmente colpita dalla originalità del libro,
da una trama che non ti aspetti che tocca il soprannaturale.
Il libro ben scritto, con uno stile impeccabile e accattivante
ci porta a sondare diversi piani della realtà fino a sconfinare
nel surreale, nel magico, nell'inconsueto.
In questo libro il cibo diventa un mezzo potente per leggere
la realtà  e una via per esprimere se stessi. Solo l'amore lo
trasforma in un buon sapore.

giovedì 3 novembre 2011

L'uomo della birra



Umberto Pasqui ha scritto "L'uomo della birra",
pubblicato da CartaCanta editore.
In questo libro, Umberto narra la vita di un suo
antenato Gaetano Pasqui che a metà dell'Ottocento,
partendo da piccole piantine di luppolo selvatico,
cominciò a coltivarlo arrivando a creare la prima
luppolaia nostrana. In quel periodo il luppolo
s'importava dalla Germania e dall'America e
costava ben 15 lire al chilo.
La Fabbrica di birra fu avviata fin dagli anni Trenta
dell'Ottocento da un Gaetano neanche trentenne.
Inoltre Gaetano inventava e correggeva  strumenti
e aratri e in molti si rivolgevano a lui  per migliorare
il lavoro in campagna.
Nel libro si spiega come Gaetano aveva organizzato
il lavoro agricolo per coltivare al meglio il luppolo
che tra l'altro ha bisogno di molta acqua, quindi
meglio che l'appezzamento di terreno sia vicino
ad un fiume.
Non restano dati sul sistema  che Pasqui utilizzava
per produrre la birra. La sua ricetta rimarrà un segreto.
Sappiamo solo che la birra  di Gaetano risultava
piuttosto scura.
Gaetano fu coraggioso perchè, nonostante  tutti
credessero che il luppolo non potesse essere coltivato
in Italia, creò una luppolaia molto produttiva e proficua.
Il professor Francesco Luigi Botter di Bologna scriveva:
"L'analisi fatta del luppolo di Pasqui ha riscontrato la
stessa quantità di luppolina che si ottiene dal luppolo
germanico."
Peccato che la birra di Pasqui non sopravvivrà a
Gaetano, ma l'esperienza dell'agronomo forlivese
fu riportata su testi scientifici e accademici  dell'epoca
e diede impulso alle grandi aziende che tutt'ora sono
marchi conosciuti.
La coltivazione di luppolo non fu facile perchè nel 1855
la luppolaia si ammalò e la malattia infierì anche sulle
piante adulte nel 1856, ma Gaetano con grande tenacia
riuscì a dominarla nel 1857, anno in cui gli fu conferita
una medaglia d'onore a Forlì.
Gaetano Pasqui morì il 19 giugno 1879.

Libro interessantissimo, da non perdere!

Umberto Pasqui presenterà "L'uomo della birra"
sabato 26 Novembre 2011 alle ore 17.00 a Carpi
(MO) presso 33cl, Corso Fanti, 97/99.

Vi aspettiamo!