Il libro "Tartufi bianchi in inverno "di N.M. Kelby,
edito da Frassinelli è un'impresa coraggiosa e, a mio
avviso, ben riuscita. L'autrice ci racconta in 335 pagine
la biografia romanzata del grande chef Auguste Escoffier.
Il libro si basa sulla storia vera della vita de"lo chef dei re
e il re degli chef". Immagino il grande lavoro dell'autrice
che deve aver studiato tanto, come dovesse costruire un
saggio, e poi ha voluto impostarlo con la scrittura creativa
del romanzo.
Il periodo ovviamente è tra la fine dell'800 e l'inizio del
'900 (Belle Epoque), periodo che vede Escoffier lavorare
negli hotel e locali più prestigiosi di quel tempo, a Parigi,
Montecarlo poi a Londra.
La Kelby racconta le vere e proprie magie che Escoffier
compiva nelle sue meravigliose cucine, la sua invenzione
della "Brigade de cuisine"(sistema gerarchico in cucina)
e del menu.
Escoffier ha cucinato per le persone più importanti
di quel tempo e ha creato piatti con il loro nome.
Il più famoso è la "Pesca Melba"creata nel 1899 in
onore di Nellie Melba, soprano australiana.
Si trattava di un dolce con gelato alla vaniglia, pesche
e purea di lamponi.
Nel libro vengono descritti piatti meravigliosi e la filosofia
di vita di Escoffier, la sua grandezza, il suo immortale
talento, l'amore assoluto per il suo lavoro.
Ci sono però anche gli amori per le donne. Primo quello
per la moglie Delphine, la poetessa dallo spirito libero la
cui mano Escoffier vinse a bigliardo.
Fu un grande amore caratterizzato da lunghissimi periodi
di lontananza fisica e spirituale.
Poi l'amore clandestino con la divina attrice Sarah Bernhardt e
quello più breve per Rosa Lewis, una cuoca che voleva imparare
il più possibile da Escoffier.
Questo era un libro non facile da scrivere perchè doveva unire
la grandezza dello chef con l'imperfezione e la fallibilità dell'uomo
Escoffier. Il lettore rimane incantato da questa storia che regala
grandi emozioni, grandi attese e fascinazione.
E' un libro da leggere pian piano, con tanta calma per assaporare
ogni pietanza, ogni atmosfera, ogni brivido d'amore e per comprendere
la grandezza e la genialità di un uomo che ha donato alla cucina e al
cibo tutta la sua esistenza.