Davvero emozionante ed intenso il
romanzo di Stefania Aphel Barzini
" L'ingrediente perduto" edito da
Sonzogno.
Storia di donne, attraverso ben quattro
generazioni. La prima è Rosalia che,
a dieci anni, parte con la zia poco
più che ventenne per la "merica".
Rosalia lascia l'isola di Stromboli,
" Iddu", il resto della famiglia e tanta
miseria.
Rosalia è la sola della famiglia ad
avere un'occasione di riscatto.
Ma il viaggio è quello dei disperati
e l'arrivo è solo l'inizio di tanti problemi.
Rosalia ama cucinare e ritrovare i sapori
e i profumi della sua terra. Il suo piatto
forte sarà la parmigiana di melanzane,
il filo rosso che unirà nel bene o nel male
tutte le protagoniste di questo avvincente
libro.
La figlia di Rosalia, Connie, odierà la
madre, la sua cucina, le sue origini e
quindi anche se stessa finendo nel
tunnel dell'autodistruzione e causando
troppi danni alla figlia Sandy.
Di generazione in generazione le figlie
pagano gli errori delle madri e non
conoscono l'amore, quello incondizionato,
quello che fa crescere forti e sani.
L'ingrediente perduto non è tanto un
ingrediente culinario, ma sono le radici,
l'identità che, se perse, creano tanto
caos e dolore.
L'ingrediente perduto è anche la
comunicazione quella che se manca i
rapporti si deteriorano fino a fare
sentire le persone sole al mondo.
A parte Connie che rappresenta quella
che in psicanalisi si chiama negazione,
le altre donne di questa storia amano
cucinare, impastare, sperimentare, offrire,
cercano ancora di comunicare le proprie
emozioni all'esterno.
Sarah, la pronipote avrà la possibilità di
scoprire tante verità, di andarci a fondo,
di trovare se stessa e di tornare dove tutto
è iniziato. Solo così ci si salva.